I colori delle varietà
Lenticchie. Consigli ed informazioni utili per i consumatori di lenticchie su botanica, varietà, ricette, salute e l'app Wefrood per trovare produttori e rivenditori vicini a te.
La lenticchia è il seme di una pianta annuale (vuol dire germina e fa il seme nello stesso anno) appartenente alla famiglia delle Leguminoseae (o Fabaceae) che di nome e cognome fa Lens culinaris Medik, dove Medik è l'abbreviazione di Medikus Friedrich Kasimir, il nome del botanico tedesco che la classificò nel 18esimo secolo.
I fiori, a forma di farfalla come tutte le leguminosae, sono uniti in grappoli di 4, bianchi o blu e producono il bacello, il vero frutto della pianta. La sua origine è Mediterraneo Caucasica ma la sua diffusione è praticamente globale. Si dice che le Lenticchie portino soldi se mangiate a San Silvestro. Questa è una credenza popolare tramandata dai romani, che all'inizio dell'anno nuovo, regalavano una borsa di cuoio che conteneva lenticchie, con l'augurio che si tramutassero in soldi. Si ritiene che le lenticchie siano state alla base dell’alimentazione mediorientale ed indiana per migliaia di anni. Ci sono documenti che dimostrano che in oriente questi legumi siano stati consumati a partire da 6.000 anni fa.
Le lenticchie hanno un gusto intenso, persistente e che può andare dal dolciastro al leggermente amarognolo. Sono tra i prodotti vegetali con il maggiore valore nutritivo, al punto da esser considerate la carne dei poveri.
Le sottospecie di Lens culinaris selvatiche sono quattro. Tra queste la sottospecie "culinaris" è quella coltivata da millenni. I semi hanno una forma lenticolare, da cui il nome, ed un diametro che va da 2 a 9 mm. La maggior parte delle Lenticchie coltivate oggi in Italia viene da popolazioni locali. In Italia sono numerosi i presidi SlowFood e i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT). Tra questi vanno ricordati:
Le varietà di questo legume si distinguono per dimensione del seme (piccolo o grande) e appunto dal colore (nero, verde, marrone, rosso).
La Lenticchia viene venduta normalmente essiccata o già cotta, quindi non avrai nessun problema a conservare questo piccolo legume. L'unica accortezza che devi prendere, se hai acquistato il prodotto secco, è quella di chiudere i semi in un contenitore ermetico in un posto asciutto.
Le Lenticchie si raccolgono tra giugno e agosto. Per il resto dell'anno si consumano lenticchie secche. La Lenticchia viene venduta essiccata o cotta, il seme non è più "vivo", quindi non produce più etilene e non sente l'effetto di quello prodotto da frutta o verdura vicini.
La lenticchia è un prodotto molto importante in quanto contribuisce a limitare il colesterolo, a ridurre le infezioni microbiche del tratto intestinale, a curare l'Anemia ed a ridurre il rischio di Malattie Cardiovascolari. E ideale per chi deve seguire un regime alimentare ipocalorico perchè riduce il senso di fame. Inoltre è perfetto a pranzo ed a cena inquanto riduce il rischio di digestione lenta. Altissimo il valore delle proteine proteine vegetali che contiene, oltre agli apporti di Omega 3 e 6, Fosforo,Potassio, Ferro, Vitamina J, Folati e Fibre
Non va somministrata a chi soffre di gotta o di colite perchè l'abbondanza di fibre può risultare dannosa ad un intestino irritato.
La lenticchia, come molti altri legumi è al centro della cucina povera. Si può trovare in umido, in minestre, in zuppe, in vellutate o come contorno a piatti importanti di carne e pesce. Le lenticchie sono facili e veloci da cuocere anche se occorre distinguere tra quelle decorticate (cuociono rapidamente in 20 minuti circa) e quelle che conservano la buccia che devono essere idratate bene per un tempo che varia dalle 2 alle 10 ore.
Oppure possiamo cucinare dei buonissimi burger di lenticchia, seguendo la ricetta della nostra blogger Petite Red:
Per realizzare 15 burger:
In una pentola antiaderente mettiamo un goccio d’olio, un pochino di cipolla e due foglie di alloro e andiamo a scottare la quinoa e le lenticchie rosse (proprio perché sono decorticate, non avremo bisogno di metterle a bagno in precedenza).
Sfumiamo con un goccio di vino bianco e poi iniziamo a aggiungere l’acqua, un po’ alla volta (come se andassimo a preparare un risotto).
Aggiungiamo quindi le spezie, la paprika e il timo e continuiamo a bagnare per circa 10 minuti.
Aggiungiamo poi i piselli e continuiamo la cottura per altri 10/15 minuti circa (dovremo arrivare al punto in cui la parte liquida è asciugata del tutto).
Togliamo dal fuoco e togliamo l’alloro e lasciamo raffreddare circa 15 minuti.
Una volta passato il tempo di raffreddamento, riprendiamo l’impasto e in parte lo frulliamo, dico in parte perché a me piace che si vedano e si sentano delle parti intere. Se notiamo che è ancora troppo bagnato, uniamo qualche manciata di pangrattato che ci aiuterà ad ottenere un composto facile da maneggiare.
In un piattino uniamo la farina di mais (banalmente, quella per preparare la polenta) e i semi di sesamo, in cui passeremo i mini burgers prima di cuocerli o congelarli.
Potremo cucinarli in padella con un filo di olio 5 minuti da un lato e 5 dall’altro, oppure circa 20 minuti in forno a 170 gradi, sempre ricoperti da un filo di olio.
Lo sapevi che appartengono alla stessa famiglia ed hanno caratteristiche simili anche pisello, fagiolino, cece e fava?